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Il disco in vinile è sacro, magari superiore al CD...

La Thorens è una casa di primissimo livello che è riuscita entrare in molte case degli appassionati superando le barriere economiche. I giradischi Thorens sono stati per anni il punto di riferimento del settore: quieti, solidi, pregiati ma non inaccessibili; gradevoli d'uso come i migliori giapponesi anche se costruiti in Svizzera e in Germania. Infatti sia il 'TD124' ed il successivo 'TD125' sono rimasti nella storia, oltre che nel cuore degli intenditori. Tanto che, dopo il successo commerciale si è ora sviluppato un fiorente mercato collezionistico, in continua, veloce espansione.

 

Hermann Thorens fondò la Thorens nel 1883 a St.Croix, in Svizzera, per la fabbricazione di 'scatole musicali' e movimenti sonori. Questa è la ragione per la quale è possibile trovare, all'interno dei carillon antichi, un movimento marcato Thorens. Nel corso degli anni successivi la Thorens fabbricò anche accendini (dal 1913), armoniche (1914), pick-up (1929) radio da tavolo e da pavimento (1933), e rasoi meccanici ('Riviera', 1954).

 

Nel 1928, la Thorens iniziò a fabbricare motori elettrici per grammofoni, addirittura a trazione diretta! Poi si passò alla trasmissione a puleggia, e verso il 1940 iniziò anche una proficua attività di produzione di macchine per l'incisione dei dischi (che, all'epoca, erano esclusivamente a 78 giri). Nel 1943 venne presentato il primo cambiadischi commerciale della Thorens, ma si dovette aspettare fino al 1957 per l'arrivo del 'TD124', il primo grande giradischi hi-fi della Thorens.

 

Per rendere il giradischi Thorens più accessibile alla massa, dal 1957 la Thorens comminciò a produrre dei modelli semplificati come il 'TD184' (1958), il 'TD134' (1959), il 'TD135' (1961) che montava un braccio 'BTD-12', di alta qualità, a prezzo nettamente inferiore a quello del 'TD124'. Degno di nota per l'epoca era il modello 'TD121', simile al 'TD124' ma con la sola velocità di 33 giri, senza stroboscopio e controllo fine di velocità, e quindi un costo relativamente basso. Il 'TDW224' (1962) era un cambiadischi di ottima qualità ma ingombrante, basato sul 'TD124'. Dal 1959 esplose la nuova tecnologia dell'epoca, la stereofonia (brevettata da Alan Blumlein nel 1931, ma standardizzata solo nel '58), e da allora Thorens forni tutti i modelli con braccio già pronti per l'utilizzo di dischi stereo.

 

Nel 1963 la Thorens si fuse con la Paillard, ricordata per le belle cineprese Bolex. La produzione venne spostata a Lahr, in Germania, nel mezzo della regione dello Schwarzwald (Foresta Nera), a pochi chilometri da Kippenheim, dove sin dal 1952 venivano fabbricati i leggendari giradischi ultraprofessionali della EMT.

 

Nel 1965 l'arrivo del 'TD150' segnò l'inizio di una rivoluzione tecnica: il controtelaio flottante sostituì il telaio completamente rigido, e la trazione a puleggia sostituì quella a cinghia. Nel 1966 arrivò anche l'evoluzione definitiva del 'TD124', il 'MkII' con molti miglioramenti a partire dal braccio 'TP14', un intramontabile classico del settore. Proprio in quel periodo (1966) Thorens ed EMT-Franz instauravano uno stretto rapporto di collaborazione per ricerca e sviluppo, come si vede dai successivi prodotti. Il 'TD125', presentato nel 1968 e costruito nello stesso stabilimento di produzione degli EMT, fu il degno erede della stirpe 'TD124', ma con filosofia radicalmente diversa: trasmissione a cinghia, controllo elettronico e non più magnetico della velocità e, soprattutto, sospensione con controtelaio flottante.

 

Nel 1969 arrivò poi il 'TD150 MkII', nel 1972 il 'TD160', il 'TD165' (il meno costoso della gamma) e successivamente ancora il 'TD125 MkII'.

Nel 1974 il ruolo di 'ammiraglia' della linea passò dal 'TD125 MkII' al 'TD126'; modello con una cospicua componentistica elettronica, secondo le tendenze dell'epoca. Sviluppato in tre successivi 'step' e con il suo braccio originale 'TP16' o 'TP62' o ancora uno dei tanti bracci separati offerti in commercio all'epoca, il '126' fu anch'esso un vero 'benchmark' della categoria.

 

Altre innovazioni tecniche abbellivano all'epoca il palmarés della Thorens, che, con il 'Reference' (1979) costruiva una credibile 'Macchina da riferimento' per stabilire le massime prestazioni assolute ottenibili da un giradischi convenzionale. Costruito con un telaio estremamente robusto (alla fine esso pesava 90 chilogrammi) e realizzato in soli 100 esemplari, il 'Reference' è forse stato il picco assoluto della tecnica e delle prestazioni Thorens, un pezzo da collezione oggi ambito e molto ricercato.

 

Nel 1982 arrivava poi il '524', primo prodotto della Thorens a trazione diretta. Questo era nientemeno che un prodotto della leggendaria EMT, il modello '938', ricarrozzato e ribattezzato con un occhio speciale al pubblico delle discoteche.

 

Ma un giorno arrivò il CD, il nuovo supporto musicale universale. Dopo una prima diffidenza nei suoi confronti, esplose a discapito dei giradischi. La Thorens fra la sua gamma di prodotti non aveva un CD-player il che la fece entrare in crisi. Introdusse fra il 1976 ed il 1983, anno del centenario della fondazione, i giradischi modello 'TD147', 'TD110', 'TD104', 'TD105', 'TD115', 'TD115 MkII', 'TD126 Mk II' e 'TD126MkIII', il colossale 'Prestige', il 'TD226' fatto per tre bracci con meccanica ed elettronica del 'TD126', poi il 'TD320', la versione 'larga' di questo, il 'TD520/TD521' (1985) e poi l'edizione speciale 'Phantasie'. Ma nemmeno ciò bastò per fermare il calo di vendite, il CD stava dominando il mercato ormai in lungo in largo e per anni. Fin che un giorno ritornò di moda in quanto il disco in vinile è sacro, magari superiore al CD...

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